In the Cut, 2003.
Regia: Jane Campion.
La necessità resta sempre quella : trovare un senso d'identificazione in se stessi. La New York splendidamente fotografata da Dion Beebe è sporca (dentro e fuori), fisicamente sfocata, priva di vita(litá) e colma di paure. Un film che vive di un implicito respiro morboso, con inquadrature avvolgenti e soffuse, che fanno da contrasto a un racconto pregno di ferite, di squilibri emotivi, di repressioni infette. Il parallelismo fra thriller e psicodramma è irresistibile e Jane Campion, regista che sa davvero raccontare le (sue) donne, è riuscita nell'arduo compito di trasformare la zuccherosa Meg Ryan in una figura torbida, disillusa e affetta da misantropia. Uno dei ritratti femminili più intensi dell'ultimo decennio cinematografico.
Splendida la colonna sonora.
Splendida la colonna sonora.