Macabro

Macabro, 1980.
Regia: Lamberto Bava. 

Il parto necrofilo e ossessivo di Lamberto Bava, girato quasi interamente all'interno di una grande casa vittoriana, dove il regista si diverte a nascondere e dissotterrare tutti gli orrori di una famiglia "multiproblematica". Film incredibile, pieno di momenti estremamente morbosi e con un finale shock da mattatoio umano. 


My Rating: 10/10

L'ultima casa a sinistra

L'ultima casa a sinistra (The Last House on the Left) 1972 
Regia: Wes Craven.

Horror d'exploitation senza troppe spettacolarizzazioni, parte da una violenza quasi subliminale per poi passare subito a una violenza decisamente più brutale. Craven racconta il disfacimento emotivo e comportamentale di un'intera generazione, lo fa senza lasciare spazi vuoti e lo grida invece che sussurrarlo. Un film che tutt'oggi rappresenta quel luogo infernale in cui si compiacciono di vivere coloro che si nutrono del dolore altrui. Straordinario il montaggio iniziale alternato e indimenticabile l'accompagnamento musicale.

My Rating:9/10




Raw

Grave (Raw) 2017

Regia: Julia Ducournau.
Ancora una volta i francesi utilizzano l'horror per raccontarci altro.
Il film, nonostante le diverse scene di estremo sa
dismo, pone l'accento su una messinscena realistica, regalando al racconto un'atmosfera fra le più viscerali e morbose mai viste. Tra body horror, cannibal movie e alienazione giovanile, RAW si pone un gradino più in alto rispetto ai generi (e sottogeneri) da cui proviene. Straordinario tutto il cast e nota di merito per l'aderentissima colonna sonora.
Voto: 10/10

Contracted

CONTRACTED (2013)
Regia: Eric England


Questo body horror è una sorta di condanna al sesso facile, per descriverlo England si appropria del corpo della sua protagonista, una straordinaria Najarra Townsend, "mostruosa" e fragile creatura che padroneggia su ogni singola scena. È un film dalla struttura narrativa semplice, con una parte iniziale realistica ma che svicola inaspettatamente in un orrore folle e cronenberghiano. Il lento decomporsi del corpo (e anima) è descritto con un tocco zombesco, cinico e ripugnante. Da vedere.
My Rating: 8,5/10

La notte brava del soldato Jonathan

La notte brava del soldato Jonathan (The Beguiled) 1971.
Regia: Don Siegel.

Siegel, come Caronte, conduce gli occhi vitrei di Eastwood in un mondo femmineo affetto da folli repressioni sentimentali. Quasi un kammerspiel western, che mette in ginocchio ogni genere cinematografico per crearne uno tutto suo. Un capolavoro circondato da giardini morbosi, avvelenati dal rancore e partoriti da splendide figlie illegittime. Geraldine Page è indimenticabile

My Rating:10/10

L'inganno



L'inganno (The Beguiled) 2017

Regia: Sofia Coppola.
Le donne di Sofia Coppola comunicano con un cenno di mano, con uno sguardo furtivo o con un piccolo sorriso a testa china. Le parole ormai sono state inghiottite, non servono più. E mentre il mondo va distruggendosi sotto i lamenti di una guerra masticata da uomini in divisa, le donne di Sofia Coppola se ne stanno lì, fredde, emotivamente dismesse ma cariche di una bellezza talmente nostalgica da far venire le lacrime agli occhi.
My Rating: 9,5/10

Leatherface

Leatherface, 2017.
Regia: Julien Maury and Alexandre Bustillo.
Maury e Bustillo si confrontano con un intero trentennio cinematografico, citano e omaggiano con intelligenza, creano momenti d'assedio potentissimi e gettano addosso allo spettatore immagini corrosive come olio bollente. Criticato dagli "anti-remake/prequel" che lo usano come strumento per esercitare il loro snobismo intellettuale, è invece un esempio di grande cinema horror; coraggioso, anarchico e fatto con amore.
My Rating: 10/10

The Devil's Candy

The Devil's Candy, 2015.
Regia:Sean Byrne.

Byrne, che già ci aveva entusiasmato col suo gioiellino sadico The loved Ones, si lancia, questa volta, nel mondo profetico e mefistofelico dell'anticristo. Ma la vera essenza del suo secondo lungometraggio -elementi soprannaturali a parte- è la musica, che avanza con forza indicibile potenziando il senso di disagio sociale e orrore casalingo che il film vuole comunicare. Straordinario il delirante finale, dove le grida dei personaggi e la colonna sonora si amalgamano dando vita ad un "componimento musicale" straziante e ansiogeno. Tra il cast, una Gibson Flying V rosso fuoco che difficilmente dimenticherete.
My Rating: 8,5/10

I Spit on Your Grave

I Spit on Your Grave, 1978.
Regia:by Meir Zarchi.
Zarchi, quasi involontariamente, filma un crudele e diretto apologo sul femminismo americano, evitando accuratamente i classici approcci teorici di genere ma concentrandosi sui fatti e sulle azioni dei suoi protagonisti. All'epoca della sua uscita molti critici, in grave errore, accusarono il film di misoginia, travisandone comodamente il vero significato. I Spit on Your Grave, infatti, è un encomio allo spirito e al corpo della sua protagonista, una sorta di Artemisia vendicatrice che ha il volto diafano e incisivo della straordinaria Camille Keaton. Un film d'exploitation magnifico, dalla fotografia limpida e solare, che contrasta perfettamente con la sporcizia, il sadismo e la crudeltà degli eventi. Ma come diceva il grande Douglas Sirk: "tra arte e spazzatura c'è poca differenza".
My Rating: 10/10

Assassinio al Terzo Piano

Assassinio al terzo piano (Games) 1967.
Regia: Curtis Harrington.

Un film apparentemente leggero, in cui Harrington mette in pratica quelle che erano le regole di base del cinema granguignolesco degli anni 60: Personaggi ambigui, situazioni portate all'eccesso e una forma stilistica audace. Nasce così un bellissimo e coloratissimo thriller dalla fosca atmosfera; cinico, splendidamente sopra le righe e condito da un cast di tutto rispetto. Straordinarie le geometrie della casa e alquanto macabri gli arredamenti naìf, uno scenario suggestivo che aiuta ad amplificare l'atmosfera claustrofobica del racconto. Un gioiellino.

My Rating:9/10


Viral

Viral, 2016.
Regia: Ariel Schulman and Henry Joost.
Colorato dalla fotografia giallo ocra di Magdalena Gòrka, Viral intreccia sapientemente doomsday movie e body horror; intrattiene con una narrazione avvincente ed è arricchito dalla presenza di due giovani e bravissime attrici: Sofia Black- D'elia e Analeigh Tipton. La sensazione che si ha è quella di essere coinvolti in una piccola impresa di cinema epidermico/indipendente. Piccola sì e a tratti modesta, ma la ricerca della perfezione può anche rivelarsi solo dispendiosa e a conti fatti, come in questo caso, non è neanche troppo utile.
My Rating: 8/10

Quelle Due

Quelle due (The Children's Hour) 1961
Regia: William Wyler.
Questo film è una fossa di donne serpenti, crudeli portatrici di pregiudizi sociali e di verità distorte. Non si salva nessuno; bambini, adulti e anziani. Ogni personaggio sa che per loro ogni via d’uscita è preclusa e che l'evolversi della vita, anche dopo una dolorosa espiazione, è solo una condanna definitiva. William Wyler in una delle sue regie più spietate.
My Rating: 10/10


Dementia

Dementia (Daughter of Horror) 1955.
Regia: By John Parker.
Non ponetevi inutili domande metafisiche, Dementia è un film cucito dall'angoscia, dal nero assoluto e da tutto il cinema sperimentale del mondo. Stupitevi piuttosto di quanto sia bello perdersi nelle ambigue congetture di questa opera senza capirne il senso. Tanto vi resteranno comunque addosso le ossessive musiche di George Antheil e il volto luciferino di Adrienne Barrett.
My Rating: 10/10

The Bye Bye Man

The bye bye Man 2017
Regia: Stacy Title.

The bye bye Man è un film su persone che non vedono. Non vedono ciò che vedono gli altri e non riescono a distinguere il reale dal soprannaturale. Metafora, sfruttata forse un po troppo, che accomuna gran parte delle pellicole legate al filone delle ghost stories. Siamo comunque di fronte a un buon prodotto horror, dove gli spazi chiusi e gli interni delle abitazioni (fotografati in modo perfetto da James Kniest) vengono sfruttati sapientemente per contribuire ad amplificare il livello di tensione del racconto. Bye Bye Man è una figura lugubre e folkloristica, un Mefistofele "imprigionato" in un'epoca moderna pregna di scetticismo, ansia e massificazione.

My Rating: 8/10



Aenigma


Aenigma 1987
Regia: Lucio Fulci
Laddove la regia si spinge felicemente verso una visionarietà macabra, la sceneggiatura è fiacca, poco protesa alla fluidità e con alcune falle che inebetiscono il racconto. Restano invece fedeli le belle atmosfere sospese tra la vita e la morte, tipiche del grande cinema di Fulci e rappresentanti di un orrore che ancora oggi riesce a spaventare e a far parlare di sé.

My Rating: 7/10

Il Killer Di Satana

Il killer di Satana 1967
Il killer di Satana (The Sorcerers)
Regia: Michael Reeves




Avvolto dalla splendida fotografia suburbana di Stanley A. Long, è un film che stabilisce una sorta di legame tra fanta-horror e geriatric thriller; con momenti macabri riuscitissimi e due protagonisti straordinari. Se Boris Karloff non fa che confermare la sua lugubre professionalità, Catherine Lace stupisce regalando al personaggio qualcosa di più: follia, ambiguità e un'escalation di logoranti pulsioni represse. Ma questo capolavoro diretto da Reeves (morto suicida a soli 25 anni) è anche la testimonianza che il bisogno di perlustrare la mente umana, con tutti i suoi cunicoli, è e continuerà a essere lo sport preferito dalla settima arte.
My Rating: 9/10