L'incubo di Janet Lind

L'incubo di Janet Lind (Nightmare).
Regia: Freddie Francis, 1964.
Un film ombroso come i personaggi che lo popolano, divorato dal chiaroscuro della messinscena e da lampanti distorsioni cognitive. Se la prima parte si concentra soprattutto sulla strillante e morbosa schizofrenia adolescenziale, la seconda, più thriller, è incentrata sul continuo ribaltamento dei ruoli e delle situazioni. Padroneggia un superbo cast femminile.
My Rating: 9/10

Le vergini cavalcano la morte

Le vergini cavalcano la morte (1973).
Regia: Jorge Grau.
Film sinuoso, violento e caratterizzato da una sottile sensazione di solitudine e morte. Lucia Bosè è un'austera ma vulnerabile Báthory, Ewa Aulin una perfetta e diafana vittima. Grau dirige con la dovuta attenzione (aiutato anche da splendide scenografie e dalle musiche di Carlo Savina), non tocca le vette di ' Non si deve profanare il sonno dei morti' ma le sfiora da molto vicino. Da vedere anche solo per l'inquietante presenza di Ana Farra nei panni della diabolica serva. Emoglobinico.
My Rating: 7,5/10

Oscar insanguinato

Oscar insanguinato (Theatre of Blood) 1973.
Regia: Douglas Hickox.
Una spietata accusa contro il mondo della critica teatrale, dove l'ostentato atteggiamento di superiorità del giornalismo britannico viene sapientemente caratterizzato da un gruppo di personaggi grotteschi e indimenticabili. Gli omicidi, alcuni dei quali davvero violenti, sono orchestrati con guizzo e fantasia e aiutano a sottolineare la patina di velenoso cinismo di cui il film fa libero sfoggio. Vincent Price è un istrionico, vendicativo e shakespeariano serial killer. Fotografia dai toni pastello di Wolfgang Suschitzky.
My Rating:9/10

Gli occhi degli altri

Gli occhi degli altri (I Saw What You Did) 1965.
Regia: William Castle.
Ottimo esperimento cinematografico, dove morbosità e leggerezza vanno a braccetto. Parte come una commedia dalle sembianze atipiche, con tanto di frivole ragazzine impegnate in svenevoli telefonate, per poi trasformarsi in un thriller dalle forti venature horror. D'impatto l'omicidio sotto la doccia e bellissimi i palustri scenari notturni. William Castle si riconferma grande regista di genere e magnifico affabulatore di incubi. Sempre dominante, seppur in un ruolo minore, Joan Crawford.
My Rating:8,5/10

Wonder Wheel- La ruota delle meraviglie

Wonder Wheel- La ruota delle meraviglie, 2017.
Regia: Woody Allen.
Wonder Wheel è Kate Winslet, una donna (e attrice) che rifiuta di uscire dal mondo delle fiabe, drammatica fino all'assurdo, grottesca e logorata, talmente bella e commovente da diventare quasi surreale.
Wonder Wheel è anche Woody Allen, che ama il suo cinema, che ama i suoi attori e che ama raccontare le sue storie. Un regista che, grazie anche alla lussureggiante fotografia di Vittorio Storaro, riesce a descrivere i rapporti umani, il profumo dell'aria e la sensazione della pioggia attraverso la sensibilità del colore. 
Un film immenso, capace di marchiarci addosso volti e sensazioni indimenticabili.
My Rating:9/10



Lake Bodom

Lake Bodom, 2016.
Regia: Taneli Mustonen.
Lake Bodom inizia quasi come un piccolo dramma d'auteur (il nordico e gelido quadretto familiare) ma prosegue poi il suo cammino sfruttando uno dei più classici stereotipi horror: quattro giovani ragazzi, un viaggio in macchina e un lago immerso nel bosco. Taneli Mustonen però non si accontenta, si discosta dai cliché e trasforma il suo racconto in un incubo colmo di terrificante e reiterata violenza. Gli scenari ammalianti, i contrasti cromatici della fotografia e l'ingannevole vacuità dei personaggi fanno di questo film un gioiello drammatico, evocativo e davvero affascinante.
My Rating: 8/10

Dark Waters

Dark Waters (1993)
Regia: Mariano Baino.
Difficile soverchiare tutti i simboli di questo film. L'acqua macchiata dal sangue, i quadri grandguignoleschi, i crocefissi che diventano lame, le fotografie ingiallite dal tempo. Il tempo, qui dilatato e onnivoro, divorato dall'opprimente solitudine di un lugubre monastero lontano dal mondo. Quello che è certo è che ci troviamo di fronte a un'opera visivamente impeccabile, narrata quasi sottovoce ma che giunge potente come il minaccioso temporale che segna l'arrivo della giovane protagonista sulla misteriosa isola monastica. Uno dei prodotti horror più belli degli anni 90 e non solo. Sacrilego, spaventoso e indimenticabile.
My Rating: 9/10

Caruncula (cortometraggio) 1990.
Regia: Mariano Baino.

Baino sa davvero giocare con lo sporco delle atmosfere, qui cita (nelle musiche e nella fotografia) Dario Argento e si diverte a gettarci addosso litri di emoglobina. Inghiottito dal buio di una fatiscente sala cinematografica è un cortometraggio con una confezione lussuosa e con un occhio per l'orrore veramente appassionato.
My Rating:8/10


Il testamento

Il testamento (The legacy) 1978
Regia: Richard Marquand.
Film sull'occulto e sulla stregoneria, dove i gatti neri questa volta sono bianchi e dove gli iniziali scenari rurali si trasformano in lussuosi castelli vittoriani. Il gioco al massacro ha così inizio: specchi che vanno in frantumi, gole recise, uomini che prendono fuoco. Un racconto dal tocco necrofilo, con personaggi ben caratterizzati (inquietante la figura della suora/infermiera) e con un ingannevole lieto fine di totale rassegnazione. Bella e brava la Ross e splendide le scenografie. 
My Rating:8/10

La notte delle streghe

La notte delle streghe (Night of the Eagle/ Burn Witch Burn) 1962
Regia:Sidney Hayers
La stregoneria è quella cosa che, come nel caso di questo film, conviene sempre tenere ben nascosta; fra i cassetti della biancheria, all'interno delle pagine di un vecchio libro o chiusa dentro un gioiello. La stregoneria che si insidia nel quotidiano, nella famiglia felice, in una borghesia etico-sociale. La notte delle streghe sfrutta straordinariamente le angosciose psicologie dei personaggi e sa creare una tensione che spesso sfiora i massimi livelli. Bravissima Janet Blair, occhi inquieti, perturbanti e impauriti.
My Rating: 9/10

Ballata macabra

Ballata macabra (Burnt Offerings) 1976
Regia: Dan Curtis.
Ossessiva, angosciosa, macabra favola esistenziale, che richiama nei simboli gli echi gotici della letteratura (Poe, Lovecraft) ma la cui estetica, per quanto sospesa, è fermamente legata al cinema horror settantiano. Curtis costruisce un film dove la tensione è sempre sul piede di guerra, compone immagini superbe e regala ai personaggi la giusta caratterizzazione fisica e psicologica. Un teatrino di volti pittoreschi (Davis su tutti), ambigui ed eccentrici. Finale spaventosamente agghiacciante.
My Rating: 10/10

Il giardino delle vergini suicide

ll giardino delle vergini suicide (1999)
Regia: Sofia Coppola.
Bellissime lolite, in completo disorientamento per il mondo che sta cambiando, prenge della loro prima (e unica) primavera interiore. La Coppola costruisce un picnic at Hanging Rock dove il presente è un fiore apatico e il futuro un giardino in decomposizione. Sembra che tutto venga assimilato con molta leggerezza, ma negli sguardi di quelle creature del cielo ormeggia un'intercapedine talmente profonda da lasciare ferite dolorose, incurabili. Bravissima Kirsten Dunst.
My Rating: 9/10